When you can't really function you're so full of fear When they've tortured and scared you for twenty-odd years Till you're so fucking crazy you can't follow their rules They hate you if you're clever and they despise a fool They hurt you at home and they hit you at school Till the pain is so big you feel nothing at all Gioventù, amore e rabbia, come la fantasiosa traduzione italiana del film tratto dal suo racconto The Loneliness of the Long Distance Runner-La solitudine del maratoneta.Īs soon as you're born they make you feel small Sillitoe divenne subito il cantore degli Angry Young Men, dal cui movimento generò il British Free Cinema. I Beatles dovevano ancora debuttare, John Lennon era ben lungi dall’aver ancora composto la sua celebre canzone. La televisione entra con prepotenza nella vita della classe operaia. Sillitoe in anticipo su tutti (credo) racconta e spiega il potere devastante dei moderni mezzi di comunicazione di massa, a cominciare dalla televisione che trasforma l’operaio da lavoratore in consumatore. Si mette nei guai e prova a uscirne.Īrthur ha un rapporto quasi ‘coniugale’ con la sua macchina in fabbrica: paradossalmente è in questo rapporto, nelle lunghe ore di lavoro a cottimo davanti al tornio (fabbrica di biciclette) che trova la lucidità per riflettere sulla condizione umana, la sua e quella dei suoi simili. Il suo protagonista Sillitoe lo descrive così:īeve. Ma Arthur si dava da fare anche negli altri giorni della settimana. Una micidiale abbinata di colpi come i tanti pugni che distribuisce Arthur Seaton, protagonista di questo romanzo, espressione di una working class ribelle e vitale, e le pietre che scaglia contro il cielo colpevole di una vita grigia alla quale Arthur, scopatore senza regole e ubriaco senza limiti, non vuole rassegnarsi: catena di montaggio in fabbrica, sbronze serali al pub, e scopate rubate in vista di matrimonio e paternità, squallore a volontà.Ĭorrere dietro a donne e ragazze era parte del sabato sera. La parola d'ordine era "Sbronzati e sii felice".Īlan Sillitoe aveva appena virato la boa dei 30 (anni), che assestò un uno-due micidiale alla cultura inglese, vecchia e borghese: prima questo romanzo, 1958, e poi una raccolta di racconti intitolata “La solitudine del maratoneta”, 1959, entrambi portati magistralmente sullo schermo, il primo da Karel Reisz nel 1960 (e fu il primo ruolo importante per Albert Finney, interprete perfetto), il secondo da Tony Richardson nel 1962. Il sabato sera esplodevano le passioni accumulate, e uno scoppio di vitalità ripuliva l'organismo degli effetti di una settimana passata a sgobbare in fabbrica. Aveva poco più di 30 anni all’epoca del film. Albert Finney è nato il 9 maggio del 1936.
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